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Cargo Claims: breve guida ad uso degli Ufficiali addetti al carico, Comandanti, Allievi e Studenti dell'Istituto Nautico (Parte 3 di 6)


Carichi secchi alla rinfusa:

In linea generale molte delle considerazioni svolte per la prevenzione e la gestione dei reclami dei carichi alla rinfusa liquidi possono applicarsi anche ai carichi secchi.

E' opportuno comunque vedere quelle particolari attenzioni che è necessario prendere per tale tipologia di prodotti, un vasto segmento merceologico in cui moltissimi reclami sono tali solo sulla carta in quanto dovuti ad errori di calcolo e/o misurazione delle quantità al momento del carico e/o dello scarico.

Prevenzione dei reclami
per tutelarsi contro eventuali richieste dovute a differenze quantitative sarà opportuno:

- verificare le condizioni delle stive prima d'iniziare qualunque operazione di caricazione,

- effettuare un draft survey (tramite la lettura dei pescaggi e le successive correzioni) prima e dopo le operazioni di carico,

- prendere nota delle modalità di calcolo della quantità di merce adottata a terra,

- il peso indicato in polizza è quello fornito dai caricatori in tal caso è necessario riportare una formula per mettere in polizza che non si garantisce il peso: "dicesi pesare" "said to weight" ossia: "S.T.W.",

- se esistono differenze notevoli tra il peso dichiarato e quello riscontrato a seguito del draft survey riportate (se possibile) entrambi i valori in polizza oppure farsi rilasciare una Letter of Indemnity adeguata,
- se si viene a creare una controversia contattare subito il corrispondente del P&I Club,

- all'arrivo presso il porto di discarica procedere ad un nuovo accurato draft survey,

- in caso di carico da porto a porto si possono applicare dei sigilli ai boccaporti delle stive tale operazione da svolgersi in contraddittorio con il perito dei caricatori andrà documentata a mezzo foto; una volta a destino andrà fatto riscontrare che i sigilli sono ancora integri,

- terminate le operazioni di scaricazione procedete ad ispezionare le stive con i rappresentanti del terminal, degli interessati al carico; fatevi sottoscrivere un verbale di "stive libere" dalle controparti,

- se per qualsiaisi motivo parte del carico non potesse essere scaricata andrà fatto intervenire un perito indipendente per la misurazione delle quantità rimaste a bordo.
Gestione dei claims:
in caso di asseriti ammanchi la seguente documentazione dovrà essere raccolta:

- Bill of Lading (polizza di carico),
- contratto di noleggio,
- fattura commerciale della merce (o documentazione equipollente),
- calcolo del danno e relativo reclamo,
- atto di quietanza e surroga (se il reclamo è presentato come rivalsa da parte degli assicuratori del carico).

Ovviamente vale la consueta indicazione di notificare eventuali sinistri, anche a titolo puramente precauzionale, al proprio P&I Club.

Take Care: Cargo Care! 



Cargo Claims: breve guida ad uso degli Ufficiali addetti al carico, Comandanti, Allievi e Studenti dell'Istituto Nautico (Parte 2 di 6)

Carichi liquidi alla rinfusa: prevenzione e gestione dei claims

In questo secondo post dedicato alla prevenzione e alla trattazione dei Cargo Claims, dal punto di vista del personale navigante o comunque della Compagnia di Navigazione, andiamo ad esaminare le problematiche dei carichi liquidi alla rinfusa.

Principalmente quando trasportiamo carichi liquidi di qualsiasi natura vi sono due possibili tipologie di sinistro:
- contaminazione
- ammanco

Le seguenti raccomandazioni potranno essere di aiuto per tutti i marittimi imbarcati su navi cisterna e per gli Ship Managers a terra:

- verificare SEMPRE la compatibilità tra le cisterne della nave e il prodotto da imbarcare; i materiali di rivestimento delle tanks non sono tuti uguali (acciaio inox, resine ecc.),

- accertarsi che nel viaggio precedente non sia stato trasportato un prodotto incompatibile con quello che deve essere caricato; vi sono norme piuttosto severe soprattutto nel campo degli oli e dei grassi naturali (come ad es. quelle elaborate dalla FOSFA o dalla NIOP),

- per risolvere tanti problemi una soluzione è quella di invitare i noleggiatori o i caricatori ad effettuare una verifica delle cisterne prima delle operazioni d'imbarco,

- prima della caricazione effettuate e documentate una scrupolosa ispezione delle stive (cisterne) per avere la certezza che siano vuote, prive di residui e pulite,

- pianificate per tempo un programma delle operazioni di carico/scarico sia con gli interessati al carico sia con il terminal,

- controllare e chiudere le valvole di presa a mare congiuntamente ad un responsabile del terminal,

- all'inizio della caricazione prendete nota dell'azionamento delle pompe, della pressione e di ogni altra dato relativo a tali dispositivi,

- misurare i vuoti e le temperature delle cisterne congiuntamente con il responsabile del terminal ed i rappresentanti degli interessati al carico,

- verificate il quantitativo imbarcato mediante la misurazione dei vuoti e tenendo conto della temperatura delle tanks; controllate il risultato ottenuto con i dati ottenuti dal terminal. In caso di discrepanze superiori a quelle ammissibili il comandante dovrà emettere una Letter of Protest per la mancata caricazione,

- effettuate (in contraddittorio con il responsabile del terminal e il rappresentante degli interessati al carico) i campionamenti richiesti secondo le modalità previste o concordate nel caso specifico; in generale possiamo ipotizzare un campione per il fondo, il centro e il cielo di ogni cisterna. I campioni andranno poi sigillati ed etichettati e conservati per eventuali successive analisi,

- al termine delle operazioni di caricazione occorre verificare la presenza di acqua libera; in caso affermativo sarà necessario procedere all'emissione di una Letter of Protest nei confronti del terminal. Per precauzione tale operazione deve essere ripetuta il giorno successivo quando generalmente l'acqua libera sulla superficie del prodotto è scomparsa,

- al termine della caricazione e prima della discarica effettuate un campionamento del bunker al fine di prevenire eventuali reclami per ammanco del carico e/o sospetto uso del carico come combustibile,

- durante la navigazione prendete nota della misurazione dei vuoti delle cisterne, di eventuali spostamenti di carico, della pressione dei gas inerti ed in particolare di eventuali cali della stessa,

-  una volta effettuata la scaricazione all'arrivo procedete alla verifica di tutte le cisterne e delle casse di zavorra che andranno sondate e possibilmente ispezionate con un responsabile del terminal e degli interessati al carico; un verbale di "cisterne asciutte" andrà sottoscritto al termine delle operazioni; successivamente si potrà procedere al distacco delle manichette.


Nonostante l'adozione delle procedure sopra riportate escludere completamente il verificarsi di reclami non è possibile; pertanto occorre essere ben preparati a gestire i claim che dovessero essere presentati (fondati o meno che siano!).

Ammanco:
- qualora venga riscontrato un ammanco anche in assenza di un reclamo formale è opportuno notificare il potenziale claim al proprio P&I Club al fine di raccogliere immediatamente le evidenze per contestare eventuali rivendicazioni,
- la maggior parte dei reclami per asseriti ammanchi è riconducibile ad un'errata determinazione dei carichi imbarcati/scaricati; se a bordo vengono registrate con scrupolo tutte le informazioni relative al carico ed ovviamente qualora durante il viaggio non si siano verificate anomalie risulta piuttosto facile dimostrare che la quantità caricata è identica a quella sbarcata e che di conseguenza se vi sono differenze quantitative vanno ricercate nelle determinazioni avvenute a terra.

La seguente documentazione andrà preparata e raccolta:
- misurazioni dei vuoti delle cisterne,
- letture dei pescaggi all'arrivo e alla partenza,
- polizza di carico e charter party,
- fattura commerciale del carico (o ducumentazione equipollente).

Occorre ricordare che una minima tolleranza è generalemente ammessa (in linea di massima un 0,5% del carico). Qualora la differenza dovesse essere superiore potrebbe essere necessario procedere a:

- ispezione peritale delle cisterne per verificare se durante il viaggio si siano verificate dispersioni del carico,

- verifica dei trasferimenti del carico tra le cisterne della nave sulla base delle annotazioni tenute a bordo,

- tenendo conto che rollio e beccheggio prolungato possono aumentare il tasso di evaporazione del carico nelle tanks si ricorda l'importanza della corretta annotazione delle condizioni meteo marine incontrate durante il viaggio,

- compilare i registri del combustibile in modo inappuntabile per respingere quei reclami in cui si asserisce che parte del carico è stato utilizzato come bunker; ad ogni modo tale pratica non solo è illegale ma anche potenzialmente pericolosa per i motori, la nave e l'equipaggio. 

Un timetable delle Cargo Ops.

Contaminazione:
Possiamo affermare che il miglior sistema per gestire un reclamo per asserita contaminazione è quello di disporre di campioni raccolti a seguito di operazioni di campionamento eseguite a regole d'arte.
Se possibile andrebbero ottenuti anche dei campioni del prodotto prima dell'inizio delle operazioni di caricazione.

Rispetto alla documentazione già indicata per i casi di ammanco può essere necessario disporre della seguente documentazione:
- certificato di pulizia e idoneità delle stive sottoscritto da caricatori e terminal,
- documentazione e registrazione dei carichi precedenti, delle operazioni di pulizia ecc.,
- registrazione di tutte le operazioni relative al carico / scarico / spostamento del carico della nave.


Take care: Cargo care!





Flexitank? Sai cosa sono?

Cosa sono le flexitank? Semplificando possiamo pensarle come delle “sacche” in materiale plastico (PVC o poliuretano o altri a seconda della tipologia), destinate al trasporto di carichi liquidi che vengono allestite all’interno di un normale box container da 20’.


Normalmente hanno una portata variabile da 18.000 a 25.000 litri a seconda anche del peso specifico del prodotto. Il materiale in ci sono costruite varie a seconda del tipo di prodotto che deve essere messo all'interno e può essere costituito da un composto Nylon / poliuretano / PVC.

Da un punto di vista operativo ed economico tale soluzione permette di trasformare un container ISO in un container cisterna idoneo al trasporto sia di prodotti alimentari sia di chimici non pericolosi con notevoli vantaggi.

Confrontando, infatti, tale strumento con i diretti concorrenti quali fusti, “cisternette” IBC o i tank-container possiamo notare le seguenti caratteristiche:
- le flexitank sono più economiche sia in termini di costi di imballaggio sia rispetto ai costi di noleggio di un tank container,
- non sono richiesti particolari sistemi di caricazione / scaricazione,
- le operazioni di carico sono complessivamente più rapide circa 45 -60 minuti,
- se nuove evitano problemi di contaminazione del prodotto in quanto La maggior parte delle flexitank è monouso ma non mancano alcuni modelli che possono essere riutilizzati dopo un idoneo lavaggio.

Le flexitank sono poi molto adatte per il trasporto di prodotti sensibili all’esposizione all’aria come ad esempio il vino o il lattice.

A titolo esemplificativo e senza alcuna pretesa di completezza riporto un elenco di prodotti che vengono agevolmente trasportati mediante le flexitank:

ALIMENTARI:
PRODOTTI CHIMICI / INDUSTRIALI:
Olio di oliva (oli vegetali in genere)
Lattice naturale o sintetico
Vino
Glicerina
Acqua potabile
Detergenti
Melasse
Pitture a base d’acqua
Succhi di frutta (concentrato)
Lubrificanti
Olio di pesce
Oli minerali


La maggior parte delle flexitank hanno ottenuto varie autorizzazioni / certificazioni tra cui:
- Food and Drug Administration (US),
- ISO 9001-2008,
- HACCP,
- Container Owner Association,
- Certificazioni religiose: Kosher e Halal.

Il montaggio di una flexitank è in genere eseguito da un team di allestitori incaricati dalle aziende che offrono tale servizio agli spedizionieri; si tratta di un’operazione abbastanza veloce che può avvenire anche in meno di un’ora.

Una volta piene le flexitank assumono l’aspetto di un enorme cuscino


Vediamo alcune raccomandazioni da seguire al momento dell’allestimento e della caricazione:
- verificare le condizioni complessive del container come usuale per ogni spedizione,
- pulire con una scopa il paiolo,
- Verificare che non vi siano chiodi, schegge, vetri o qualunque altro oggetto tagliente e/o appuntito che potrebbe danneggiare la flexitank,
- applicare al paiolo e alle pareti grecate il cartone o i fogli di plastica protettivi, con del nastro adesivo,  fino ad un’altezza di circa 150 cm.,
- posizionare la flexi all’interno del container srotolandola con cura e verificandone l’integrità,
- fare attenzione a non appoggiarsi con mani, piedi o ginocchia su attrezzi che magari sono stati appoggiati sulla flexitank durante l’allestimento,
- montare correttamente la paratia di rinforzo,
- effettuare il carico con gradualità prestando attenzione ad eventuali colaggi ecc.,
- riempite la flexitank in accordo con le istruzioni del costruttore rispettando le tolleranze in difetto ed in eccesso,
- prestate attenzione alla corretta chiusura della valvola di scarico,
- completate le operazioni di carico ricordate di applicare le etichette adesive con l’indicazione che il container contiene una flexitank sulla porta sinistra del box.

Un perito trasporti si può trovare ad operare su un flexitank sostanzialmente per due motivi:

- accertamenti in caso di sinistro che interessi la flexitank quali rotture, colaggi ecc.

- campionamento delle merci durante la caricazione o lo scarico delle stesse.

Vedremo nel dettaglio tali operazioni in due prossimi post.

Take Care: Cargo care!





Come evitare di far affondare una Bulk Carrier… ossia breve guida alla caricazione ed al campionamento pre-imbarco dei minerali ferrosi

Queste note vogliono essere un rapido e conciso vademecum per tutti gli operatori coinvolti nel trasporto via mare di minerali ferrosi ma possono essere molto valide anche per altri tipi di rinfuse solide.

Il fenomeno della “liquefazione del carico” pone gravi problemi d’assetto e di stabilità durante la navigazione ed ha sovente esiti drammatici sia in termini di perdita del carico sia per quanto riguarda la sicurezza della vita dell’equipaggio.

Numerosi sono stati, infatti, negli ultimi anni gli affondamenti di navi o i casi in cui è stato necessario procedere a costose e rischiose operazioni di salvataggio.

Conoscere tali problematiche può quindi essere di aiuto per tutti quei soggetti coinvolti a vario titolo nel trasporto di merci alla rinfusa.

Ovviamente il presente post rimanda per maggiori dettagli al IMSBC Code dell’IMO (obbligatorio dal 1 gennaio 2011) che regola ampliamente tutta la materia ed in particolare alle sezioni 4, 7, e 8 dello stesso.

Vediamo per prima cosa cos’è la liquefazione del carico:
la liquefazione del carico si realizza durante le fasi del trasporto a causa della naturale presenza di acqua nelle rocce che costituiscono i minerali ferrosi.

Ricordiamo che in teoria ogni prodotto che presenti umidità e sia costituito da particelle di piccole dimensioni può essere soggetto a tale fenomeno (es. certi tipi di carbone, la fluorite o i mangimi in pellet).

Se il minerale è stato esposto a piogge ecc. durante il trasporto o la giacenza tale percentuale di umidità raggiunge livelli elevati.

A causa delle sollecitazioni, ricevute nel corso della navigazione (moto ondoso, movimenti della nave, vibrazioni degli impianti di bordo), lo spazio tra le particelle tende a diminuire con il conseguente innalzamento della pressione dell’acqua nelle cavità porose delle rocce (minerali).

Se tale pressione raggiunge un determinato livello il carico raggiunge il “Punto di liquefazione” (v. oltre) e tenderà appunto a liquefarsi e a comportarsi come un liquido a causa della mancanza/perdita di attrito tra le particelle.


Minerale ferroso in stiva: prima e dopo la liquefazione
Fonte: Gard

La presenza di tale “liquido” in stiva può quindi comportare variazioni nell’assetto della nave, in quanto il carico tenderà a spostarsi in una direzione senza poi ritornare “al centro” con conseguenze imprevedibili in termini di assetto e di stabilità durante il rollio.

I porti di caricazione ove si sono segnalati maggiori problemi sono quelli indiani (minerali ferrosi) e nelle Filippine ed in Indonesia (minerali di nichel).

In particolare in diversi terminal di imbarco sono stati segnalati i seguenti inconvenienti:
- mancata indicazione dei contenuti di umidità delle merci,
- certificati unici per differenti tipologie di prodotto,
- materiali provenienti direttamente dalle miniere (molto più umidi),
- certificati / analisi falsi presentati ai comandanti,
- minacce fisiche rivolte ai comandanti al fine di far accettare carichi senza verifiche,
- rifiuto ad accettare l’intervento di periti indipendenti per la valutazione delle condizioni del carico.

Per quanto riguarda l’Indonesia viene invece segnalato che i test per determinare i quantitativi di umidità e gli altri parametri vengono effettuati direttamente dalle società minerarie in laboratori che non possiedono i requisiti tecnici per calcolare i dati richiesti dall’IMSBC.

Vediamo quali sono gli obblighi a carico del mittente:
Lo shipper che deve fornire al comando nave tutte le informazioni e l’assistenza necessaria alla corretta gestione delle operazioni di carico e dell’eventuale campionamento.

Tali obbligazioni sono enunciate sia nella SOLAS sia nel IMSBC (Sez. 4 in particolare) e nell’allegato Code of Practice for the Safe Loading and Unloading of Bulk Carriers (BLU Code) ove è previsto che anche il terminalista deve essere parte attiva nella sicurezza delle operazioni di caricazione.

In particolare dovrebbero essere fornite le seguenti informazioni da raccogliersi in un apposito documento detto Cargo Declaration Form:
- indicazione del tipo di minerale specificando in particolare se si tratta di un prodotto che potrebbe liquefarsi (Gruppo A delle merci classificate secondo l’IMSBC),
- quantità totale del carico,
- fattore di stivaggio,
- indicazioni circa la necessità di livellamento del carico,
- indicazioni circa il contenuto di umidità e relativa documentazione (certificato contenuto umidità), massima percentuale umidità consentita per il trasporto e “punti di liquefazione”,
- indicazioni circa la possibilità che si verifichino spostamenti del carico a fondo stiva dovuti allo spostamento e concentrazione dell’acqua presente nel materiale,
- identificazione ed individuazione fisica della merce da caricarsi a bordo (cumuli di materiale in banchina, su chiatte, vagoni ecc.).

La dichiarazione circa il contenuto di umidità dovrà contenere l’indicazione di come il mittente ha calcolato tale fattore indicando quali tecniche e procedure sono state impiegate e soprattutto che le stesse siano quelle ammesse dal Code.

Ovviamente nel caso di materiali diversi, da caricarsi in stive differenti, dovrà essere fornito un certificato per ogni prodotto.

Al momento della caricazione sarà necessario per il comandante e per il perito che lo affiancherà verificare con estrema cura la documentazione presentata dal mittente, in particolare:
- che il certificato relativo all’umidità sia recente (non oltre 7 giorni),
- che le analisi provengano da un laboratorio indipendente e tecnicamente competente,
- che il certificato sia relativo alla tipologia di merci da caricare,
- che la merce da caricare sia quella indicata nei certificati,
- condizioni meteo del porto di caricazione relativamente a precipitazioni ed umidità.

I valori parametri di riferimento saranno 3:

Percentuale di umidità: relativa alla merce da imbarcarsi ossia la quantità d’acqua presente;

Punto di liquefazione (Flow moisture point): è la percentuale di umidità in presenza della quale il carico si comporta come un fluido;

Limite di umidità per il trasporto (Transportable moisture limit): che corrisponde al 90% del punto di liquefazione ed è la soglia oltre la quale non si dovrebbe caricare la merce.

Tali valori devono essere determinati da un laboratorio che rispetti gli standard previsti dalla sezione 2 del IMSBC.

Per ottenere buona parte di queste informazioni è necessario procedere al campionamento ed all’analisi della merce da effettuarsi nei giorni precedenti le operazioni di caricazione:

Misure per il campionamento:
Preliminarmente andrà presa una visione d’insieme del carico.
Qualora si rilevassero zone o parti del carico con caratteristiche differenti o eventualmente contaminate da altri materiali si dovrà procedere ad un campionamento supplementare della sola porzione interessata.

Il campionamento dovrà tener conto:
- tipologia di materiale e sue caratteristiche,
- modalità di stoccaggio (cumuli, riparati o meno con tettoie) e trasporto (camion, chiatte, altre navi) e movimentazione del carico (convogliatori, gru da banchina ecc.),
- caratteristiche per calcolare: contenuto di umidità, limite di umidità per il trasporto, fattore di stivaggio ed angolo di resistenza al taglio,
- indicazione circa la possibile differenza di umidità all’interno del prodotto stoccato che può dipendere sia da fattori atmosferici, sia dal naturale drenaggio della merce o da altre forme di “spostamento” dell’umidità.

In assenza di specifiche modalità indicazioni circa le procedure da adottare per il campionamento il codice IMSBC fornisce, nella sezione 4.6.4, alcune raccomandazioni universali circa il numero di campioni da prendere a seconda della quantità di carico di ns. interesse.

Nel dettaglio viene indicato di prelevare un numero di campioni da 200 grammi variabile a seconda della quantità di materiale da imbarcare/spedire


Quantità complessiva materiale (in tonnellate):
Numero campioni da 200 grammi:
Inferiore a 15.000
1 campione ogni 125 tonnellate
Superiore a 15.000 ma inferiore a 60.000
1 campione ogni 250 tonnellate
Superiore a 60.000
1 campione ogni 500 tonnellate


Al fine di evitare una perdita / variazione di umidità nei campioni tra il momento del campionamento e quello dell’analisi, che sarà effettuata presso un laboratorio accreditato, si consiglia di riporre i campioni in un sacco di polietilene PE a sua volta contenuto in un altro sacco dello stesso materiale. I campioni andranno adeguatamente etichettati e sigillati.

Gli stessi non andranno esposti alla luce del sole per evitare la formazione di condensa con conseguente variazione del contenuto di umidità dei campioni.

Ovviamente per questioni pratiche non è possibile analizzare decine di campioni in tempi rapidi e di conseguenza potrà essere necessario procedere alla formazione di campioni per il laboratorio mettendo insieme una quantità di materiale prelevata da ogni campione; ad esempio 50 grammi per ridurre di un quarto il numero complessivo dei campioni.

Determinazione della quantità:
Per determinare la quantità in tonnellate di un determinato prodotto è necessario ottenere l’indicazione da parte del mittente e/o valutare il quantitativo presente in un dato cumulo determinandone il volume (misurando quindi: lunghezza, altezza e profondità) e presupponendo una densità di circa due tonnellate per metro cubo.


Determinata la quantità di materiale si procede alla determinazione del numero di campioni necessari e all’individuazione dei punti da cui prelevare il prodotto al fine di ottenere un campionamento rappresentativo dell’intera spedizione.

In teoria il cumulo andrebbe livellato mediante mezzi meccanici fino ad un’altezza in cui ogni porzione del prodotto è accessibile.

Qualora non fosse possibile procedere in questo modo andrà messo a verbale che il campionamento è avvenuto solamente manualmente ossia scavando fino a una profondità di almeno 50 cm e procedendo quindi al campionamento avendo cura che il materiale in superficie non entri in contatto con quello sottostante.

Nota: qualora si nutrissero dei dubbi sul tipo di prodotto da caricare e/o si riscontrassero differenze notevoli tra differenti punti della catasta sottoponente i differenti campioni al laboratorio ed evitate di formare macro campioni unendo parti uguali dei campioni raccolti.

Nel caso si proceda ad un campionamento direttamente dalla stiva della nave si potrà far scavare dalla gru di bordo 5 fosse (4 negli angoli e 1 al centro) da cui si procederà a prelevare un campione ogni 50 cm di profondità fino a fondo stiva se possibile.

Un campionamento effettuato con tali modalità permetterà di sottoporre al laboratorio dei campioni rappresentativi delle reali condizioni della merce e di conseguenza determinare i parametri di interesse con precisione.

Il comandante potrà inoltre verificare il rischio possibilità di spostamento del materiale da caricarsi mediante un test di relativa facilità ma che sottolineiamo non ha uno scarso valore scientifico: il “test della latta” come riportato nella sezione 8 del Code.

Si tratta di un metodo che viene definito come “ausiliario” e che pertanto non ha alcun valore autonomo.

Tale semplice test deve essere utilizzato quindi solo per ottenere un ulteriore feedback riguardo alle condizioni della merce ma non può in nessuno modo essere considerato scientifico e sostituire le determinazioni effettuate dal laboratorio.

Vediamolo nel dettaglio: si procede mediante l’uso di una latta dalla capacità di un litro che viene riempita a metà del materiale da verificare.

Esito del Test della latta; Fonte: Skuld
La latta viene quindi sbattuta con forza contro una superficie dura (es. tavolo metallico) da un’altezza di circa 20 cm. per un 25 volte ad intervalli di due secondi.

Dopo tale fase si verifica la superficie del materiale; se vi sono tracce di umidità o, peggio ancora, viene notata la presenza di liquido allora è necessario procedere a nuove analisi di laboratorio per avere indicazione dell’effettivo contenuto di umidità.


IMPORTANTE: PER NESUN MOTIVO TALE TEST DEVE SOSTITUIRE UNA CORRETTA INDICAZIONE DEI VALORI DI UMIDITA’ DELLA MERCE O ANALISI DI LABORATORIO INDIPENDENTI.

Segnaliamo inoltre l’utilizzo sempre più frequente di misuratori di umidità portatili che presentano comunque notevoli inconvenienti che ne pregiudicano la validità rispetto ai test di laboratorio:
- ridotto quantitativo di materiale esaminato (circa 6 grammi),
- scarsa precisione in caso di presenza di agglomerati nel materiale,
- necessità di manutenzione piuttosto frequente.

Nota per i comandanti:
Non firmare MAI alcuna dichiarazione circa la “sicurezza del carico” è infatti un’obbligazione del mittente quella di dichiarare/documentare che il carico è sicuro.

In caso di qualsiasi dubbio circa le caratteristiche del carico che possano avere ripercussioni sulla sicurezza della navigazione rifiutate il carico finché non venga esaminato da un oggetto indipendente.

Rifiutare il carico è un Vs. diritto oltreché un obbligo della normativa SOLAS.

Rimandiamo per ulteriori dettagli circa l’argomento trattato a:
- The International Maritime Solid Bulk Cargoes Code pubblicato dall’IMO,
- Sito dell’associazione armatori rinfusiere: http://www.intercargo.org/,
- Siti dei vari P&I Club.

Take care: Cargo care!